Gallerie: il problema delle venute d’acqua e delle infiltrazioni
L’Italia è una delle nazioni europee con il maggior numero di gallerie stradali. Per quanto riguarda la rete TERN (RETE STRADALE TRANSEUROPEA) sono attualmente in esercizio circa 610 gallerie stradali per una lunghezza totale di circa 710 km e la totalità delle gallerie in esercizio su strade di competenza ANAS è di 1235 per una lunghezza totale di circa 755 km. Soprattutto in quelle più datate può capitare di notare ampie macchie di umidità che percorrono in altezza i muri interni o pericolosi ristagni d’acqua a terra. Vediamo quindi cosa succede esattamente e come prevenire il problema infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Oggi esistono sistemi e materiali collaudati, ma il problema su cui bisogna porre ancora molta attenzione è l’aspetto idrogeologico che mette in luce due problematiche principali: le infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Per venuta d’acqua si intende l’improvvisa fuoriuscita d’acqua dalla parete derivante da una falda che trova un nuovo sfogo, quindi oltre alla sua individuazione diventa prioritario progettare opportuni metodi di drenaggio.
Per infiltrazione, invece, si intende il passaggio d’acqua dovuto alla sua innata capillarità o alla forza di gravità.
Le conseguenze si vedono se i problemi non vengono affrontati, o meglio prevenuti, correttamente.
L’acqua, infatti, è una la grande minaccia per le opere come le gallerie, perché riduce la durabilità del rivestimento in calcestruzzo, provocando un deterioramento strutturale, mettendo a rischio gli impianti e costituendo un pericolo per la sicurezza stradale.
Cosa fare per le venute d’acqua e le infiltrazioni?
La soluzione ideale è progettare con idonei sistemi di drenaggio, con membrane bugnate e geocompositi drenanti.
Maxistud e HDD di TeMa Geo Solutions sono le membrane bugnate in HDPE ad elevata resistenza a compressione: la prima è una membrana termoformata da 20 mm, la seconda è una membrana da 10 mm accoppiata a un geotessile non tessuto, disponibile con diversi pesi e resistenze a compressione crescenti.
Si può agire anche con geocompositi drenanti come Q-Drain ZW5 60 20P TG da 5mm di spessore con anima in monofilamenti e un tnt.
La scelta del prodotto e dello spessore dipende dalle condizioni di venuta d’acqua e dal relativo rischio di infiltrazioni.
Nuove soluzioni nella costruzione e/o sistemazione delle strade
La sicurezza delle infrastrutture stradali è l’obiettivo primario e gli interventi di manutenzione – preventiva o straordinaria che sia – sono sistematici. I manti stradali sopportano carichi di traffico cospicui e cambiamenti atmosferici con escursioni termiche elevate. Si rende necessaria quindi una costante manutenzione per assicurare la regolarità della superficie e la stabilità degli elementi strutturali. Vediamo quali sono i principali fattori da considerare nella costruzione e sistemazione delle strade.
Controllo dell’erosione erosione superficiale
È principalmente dovuta ai cicli di gelo/disgelo che rendono il bitume meno elastico e quindi più facilmente soggetto a vuoti interni. Tali vuoti lasciano penetrare l’acqua negli strati sottostanti, erodendo gradualmente la struttura.
A ciò si sommano i grossi carichi di traffico, soprattutto se di mezzi pesanti, che causano una deformazione degli strati superficiali: la conseguenza è la penetrazione d’acqua che “ammorbidisce” la struttura rendendola meno resistente.
Il drenaggio anticapillare
Un concetto piuttosto complesso, ma molto sorvegliato in ambito edilizio, è quello della capillarità dell’acqua, ossia la capacità dei liquidi di muoversi in microspazi anche contro la forza di gravità. Aiutata dalle pressioni esercitate sugli strati più profondi, risale verso l’alto trascinando con sé le componenti più fini dei materiali, provocando fenomeni di deformazione.
Occorre, quindi, prevedere un geocomposito drenante, una membrana tridimensionale ottenuta dall’accoppiamento di due o più componenti sintetiche con la funzione di convogliare i fluidi verso l’esterno e impedirne la risalita.
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Rinforzo
A volte può essere necessario posizionare delle griglie di rinforzo, soprattutto in caso di pendenza più o meno accentuata che causerebbe uno scivolamento verso il basso di una banchina stradale.
Ovviamente la scelta del tipo di rinforzo più adatto, e quindi anche della posizione della geogriglia nella stratigrafia, dipende dalle problematiche da affrontare, tra le quali quella di rinforzare l’area superficiale per limitare la propagazione delle lesioni agli strati sottostanti, migliorare la capacità portante e ridurre le sollecitazioni trasmesse agli strati più profondi, oppure quella di provvedere ad assolvere la funzione di separazione (e di anticontaminante).
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Stabilizzazione
Durante gli interventi di costruzione e sistemazione delle strade può capitare di imbattersi in terreni più soffici, che possono manifestare fenomeni di instabilità o addirittura, nelle prime fasi de lavori, di collasso. Se anche non dovesse compromette la fattibilità dell’opera, questo comunque rischia di pregiudicare i requisiti minimi di sicurezza previsti per legge.
Anche in questo caso, i geosintetici sono la risposta al problema, perché assorbono le tensioni almeno fino al momento in cui l’opera raggiunge una sua stabilità strutturale.
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