La sicurezza prima di tutto: anche nelle discariche controllate
L’esperienza trentennale di TeMa Geo Solutions spazia anche nell’ambito delle discariche controllate e dei siti contaminati, con prodotti appositamente studiati per ogni funzione a garanzia della sicurezza dell’opera e con un’attenzione all’investimento, oltre che alla massima efficienza delle prestazioni.
La normativa italiana in materia di discariche
In Italia lo smaltimento controllato dei rifiuti è stato regolamentato già a partire nel 1982, per poi essere integrato con la direttiva europea e aggiornato nel 2020 con il D.Lgs n.121.
Con questa normativa si stabiliscono tutti gli aspetti del ciclo di smaltimento, dalla classificazione delle discariche al tipo di rifiuti, così come i criteri costruttivi e gestionali degli impianti, con massima attenzione alla questione ambientale. A questo proposito, TeMa ha predisposto stratigrafie e materiali che adempiono alle funzioni richieste e rispondenti alla normativa di riferimento.
Le principali funzioni per la messa in sicurezza delle discariche controllate
Mettere in sicurezza un impianto di discarica significa espletare diverse funzioni:
Barriera
Pareti e fondo vanno isolate per salvaguardare le falde acquifere e il terreno dal percolato e dai biogas derivanti dai processi di decomposizione. Per assicurare un’adeguata impermeabilizzazione, la normativa impone che si utilizzino almeno 0,5 m di argilla oppure, per il principio di equivalenza idraulica, dei prodotti sintetici: i compositi a base bentonitica sodica come Barrier Bento – che contiene fino a 5 kg/mq di bentonite tra due strati di geotessile – impermeabilizzano, fungendo da barriera tra terreno e rifiuti.
Rinforzo
Uno dei problemi più importanti da fronteggiare durante la progettazione delle discariche, soprattutto del sistema di copertura (capping), è la stabilità, ottenuta grazie all’abbinamento di resistenza a compressione del terreno e resistenza a trazione dei geosintetici. Le soluzioni per il rinforzo fornite da TeMa spaziano dalle geogriglie della serie PET alle geostuoie accoppiate a geogriglie.
Drenaggio
Per la captazione di liquidi e di aeriformi la normativa prevede l’utilizzo di 50 cm di materiale inerte, che tuttavia non è esente da problemi di stabilità, soprattutto su pendenze più importanti. I geocompositi drenanti consentono di ottenere stratigrafie ridotte e risparmiare sul numero di mezzi mobilitati per il trasporto. L’offerta TeMa spazia da membrane bugnate e microbugnate, monofilamenti accoppiati a TNT, georeti con uno o due TNT.
Controllo erosione
L’azione di eventi atmosferici, negli ultimi anche molto violenti e imprevedibili, erode la coltre superficiale del terreno innescando preoccupanti fenomeni franosi con conseguente rischio idrogeologico. Per prevenire fenomeni di questo genere, diventa fondamentale favorire la vegetazione (che svolge una naturale funzione antierosiva) e proteggere il terreno in attesa dell’attecchimento, con le stuoie naturali o sintetiche a marchio TeMa.
- Pubblicato il Discariche, Discariche - Controllo erosione, Discariche - Drenaggio, Discariche - Impermeabilizzazione, Discariche - Rinforzo in discarica, GEO, Geocompositi drenanti e membrane, Geogriglie, Stuoie antierosione
Muri di sostegno in terra rinforzata: a ogni funzione i suoi prodotti
I muri di sostegno sono dei manufatti che hanno la funzione di contenere e sostenere fronti di terreno. Sono realizzabili in molteplici ambiti, da quelli privati come giardini, vigneti, a quelli pubblici come strade, ferrovie e argini.
Rispondono all’esigenza di recuperare la fruibilità di spazi potendo avere il fronte anche fortemente inclinato.
L’aspetto green autentico
Oggi l’edilizia moderna è molto sensibile alla sostenibilità e all’integrazione con il territorio. I muri di sostegno in terra rinforzata possono sostituire, a determinate condizioni, i tradizionali muri in cemento, senza sottovalutare l’aspetto estetico del paesaggio, a maggior ragione laddove le aree sono soggette a vincoli paesaggistici che impongono la salvaguardia degli aspetti naturali con l’utilizzo di specifici materiali e tecniche costruttive.
Le soluzioni TeMa Building coniugano queste tendenze adattandosi alle diverse problematiche di conformazione del territorio e di tutela idrogeologica.
Le funzioni dei muri di sostegno in terra rinforzata e i prodotti per assolverle
La pendenza della scarpata, l’esposizione a eventi atmosferici (anche intensi) e le caratteristiche meccaniche proprie del terreno rendono spesso necessarie soluzioni tecniche che rendano stabile il pendio, mediante l’introduzione di elementi sintetici che svolgono ciascuno una propria funzione specifica.
Il rinforzo con le geogriglie
Alla resistenza alla compressione del terreno si abbina la resistenza alla trazione del geosintetico (come per esempio T-Grid) e per attrito si sviluppa uno stato tensionale che dà stabilità all’opera.
La profilatura con i casseri
Le strutture metalliche elettrosaldate come i casseri offrono una sagomatura del fronte di terreno fino a 65° di pendenza.
Il controllo dell’erosione superficiale con le stuoie
Eventi atmosferici gravi o prolungati, come vento forte e acquazzoni improvvisi – e il conseguente ruscellamento superficiale delle acque – potrebbero creare fenomeni di erosione e svuotamento al fronte degli strati di terra rinforzata, specie prima che questi siano completamente vegetati. La soluzione per ovviare a questo problema è utilizzare al fronte di ogni strato stuoie sintetiche tridimensionali come T-Mat in polipropilene o K-Mat FG Green in fibra di vetro, oppure stuoie naturali e biodegradabili in fibra di juta come T-Juta 500 (disponibile anche nella versione XL).
Il contenimento del terreno con i gabbioni
Un’alternativa ai muri in terra rinforzata può essere il muro realizzato con i gabbioni in rete metallica a doppia torsione, come T-Gabion, riempiti di ciottoli. Risultano intriganti anche in progetti residenziali di dimensioni più contenute: svolgono la funzione contenitiva con un’estetica diversa e innovativa.
- Pubblicato il BUILDING, Elementi per muri di sostegno, Muri di sostegno
Le opere in terra rinforzata come barriere acustiche
Sentire per tutto il giorno il rumore del traffico fuori dalla finestra è irritante e distraente e, sul lungo termine, anche dannoso per la salute.
Per questo l’OMS e alcune leggi regolamentano l’adozione di sistemi per il risanamento acustico delle città: la Legge quadro 447 del 1995 per l’Italia e la direttiva europea sul rumore ambientale 49/2022. Infatti, se non è possibile agire sulla causa del rumore, la soluzione è quella di installare degli schermi protettivi. Possono essere di varia natura, ma in questo caso ci focalizziamo sulle opere in terra rinforzata che richiedono degli accorgimenti specifici di cui parliamo qui.
Ad esempio, la Pedemontana Veneta è una nuova arteria: quasi 100 Km. Quasi completamente in funzione nel Nord-Est del Veneto, l’asse principale di questa superstrada si mantiene in trincea profonda per attenuare al minimo l’impatto “territoriale” e ambientale sull’area circostante. Significa che ai lati “scorrono” lunghe superfici inclinate in terra rinforzata con 58,61 km di filari arborei e siepi e verde areale per 1.333.410 mq fra siepi campestri, boschetti, scarpate inerbite e prati alberati.
Un’attenzione al rumore con grande considerazione paesaggistica.
Come sono fatte le barriere acustiche in terra rinforzata?
In questo tipo di rilevati dalla tipica forma trapezoidale si utilizza terra che col tempo si ricoprirà di vegetazione. Ad aiutare il terreno, che già possiede una buona resistenza a compressione, vengono abbinati dei rinforzi geosintetici, le geogriglie. Queste vengono inserite orizzontalmente nel terreno e sviluppano attrito e tensione che stabilizzano l’opera, aumentandone la resistenza alla sollecitazione.
TeMa Geo Solutions ha nella sua gamma le geogriglie della serie X-Grid Pet PVC, con diversi valori di tenacità, adatte a ogni tipo di contesto.
Altro elemento da considerare è l’erosione superficiale del terreno: per contrastarla si applicano delle geostuoie sintetiche, anche con funzione pacciamante per favorire la crescita del manto erboso, o delle bioreti in fibre naturali.
Anche in questo caso, TeMa Geo Solutions offre una grande scelta che spazia da Ecovermat F Grass e Ecovernet FJ alla serie K-Mat.
Perché utilizzare una barriera vegetale come elemento acustico protettivo?
La barriera vegetale ha un’indiscussa capacità di limitare la propagazione delle onde sonore: una parte di esse viene assorbita, una parte riflessa e una parte deviata. Nel complesso, dunque, la quantità di onde sonore che arriva al ricevente è notevolmente ridotta e i rumori possono essere attenuati di diversi decibel.
I vantaggi di una barriera fonoassorbente in terra rinforzata
Creare delle opere in terra rinforzata ha i suoi notevoli vantaggi:
- il costo è ridotto perché spesso si può utilizzare terra presente in loco
- non sono necessarie particolari manutenzioni, se non la regolare tenuta in ordine.
- aiuta l’ambiente e si crea un’integrazione integra con esso: un elemento vegetale mitiga anche le emissioni dei veicoli assorbendo la CO2 e purificando l’aria.
- Pubblicato il GEO, Geogriglie, Stuoie antierosione, Terre rinforzate, Terre rinforzate - Controllo erosione
Le discariche controllate e l’importanza di isolarle
Le discariche di rifiuti inerti, non pericolosi e pericolosi sono governate da leggi specifiche di ogni Paese (in Italia il D.Lgs del 3 settembre 2020) che prevedono regole ben precise sulla costruzione e il mantenimento di questi siti.
Essendo praticamente all’interno del terreno ed essendo programmate per determinati tipi di rifiuti, devono rispettare standard ambientali e di sicurezza.
Quindi oggi parliamo di discariche controllate e come isolarle.
I rischi di non isolarle
Partendo dal presupposto che è fondamentale effettuare un corretto smaltimento, molti rifiuti possono impiegare anni – addirittura decenni – a disattivarsi e a ultimare i naturali processi di decomposizione. In questa fase producono numerosi liquami, come il percolato, che è altamente contaminante per il terreno e le falde acquifere.
Inoltre, vengono prodotti anche dei biogas, in particolare metano e anidride carbonica, risultato della degradazione di materiale organico, che devono essere controllati e che potrebbero essere utilizzati per la produzione di energia rinnovabile.
Discariche controllate e come isolarle
Le discariche controllate devono essere isolate dal terreno che le ospita, ma per essere sicure le funzioni da assolvere sono diverse.
Controllo dell’erosione superficiale
La vegetazione protegge naturalmente il terreno dall’erosione dovuta ad agenti atmosferici come vento e pioggia che causerebbe cedimenti. In attesa che avvenga l’inerbimento a proteggere le sponde e la superficie della discarica ci sono le geostuoie antierosive nella versione biodegradabile e sintetica da scegliere in base alle esigenze.TeMa Geo Solutions propone una vasta gamma tra cui scegliere, consultabile qui.
Rinforzo
A volte la discarica viene progettata e costruita su pendii più o meno ripidi. Nel caso in cui la pendenza sia elevata e il terreno non riesca da solo a sostenersi, è doveroso applicare delle griglie di sostegno al fine di evitare scivolamenti che esporrebbero e danneggerebbero gli strati inferiori. Vedi le nostre soluzioni.
Drenaggio
Attraverso alcuni prodotti specifici, i geocompositi drenanti, è necessario provvedere al drenaggio delle acque meteoriche, ma anche del percolato che inevitabilmente si forma e che deve essere tenuto lontano dal terreno.
Barriera
Prodotti a base di bentonite, come Barrier Bento, consentono di impermeabilizzare l’area sia nelle pareti con inclinazioni elevate, sia nel fondo.
Capping
Anche le discariche hanno una copertura finale che deve rispondere a dei criteri ben precisi. Tra questi ricordiamo sempre l’isolamento dei rifiuti dal terreno e il controllo dell’erosione superficiale, ma altrettanto importanti sono la minimizzazione delle infiltrazioni di acqua e l’inserimento nel paesaggio.
Piste ciclopedonali: quando torneremo in sella, le conosceremo meglio
La bicicletta è diventata un miraggio, lo sappiamo. Ma possiamo riprometterci di usarla di più quando questo periodo di clausura sarà finito. Nel frattempo, perché non approfittare del tempo a disposizione per scoprire cose interessanti su quello che ci circonda? Ad esempio, le piste ciclabili. Cominciamo dall’ABC.
Qual è la definizione corretta di pista ciclopedonale?
Dove si corre con la bicicletta, ovvio. Ma, possono camminarci anche i pedoni? Qual è il senso di marcia? Per andare via via a domande sempre più complesse, del tipo: è stata realizzata in sede propria o su corsia riservata? Si tratta di un percorso pedonale e ciclabile o veicolare e ciclabile. Insomma, molte sono le caratteristiche che una pista ciclopedonale deve avere per essere definita tale. Vediamo insieme quali sono.
Creare percorsi di questa natura incentiva le persone a muoversi senza l’utilizzo della macchina e ciò grazie alla creazione di spazi dediti nei quali sentirsi al riparo dal traffico urbano.
Come si costruisce una pista ciclopedonale?
Nel 2018 TeMa Geo Solutions ha realizzato un percorso ciclopedonale in località Cozzuolo di Vittorio Veneto (TV). Il progetto aveva tra gli obiettivi primari quello di migliorare la sicurezza stradale in una zona di ingresso alla città e in concomitanza con un parco cittadino frequentato da famiglie e bambini.
Per prima cosa, dunque, si è proceduto con l’allargamento della sede stradale e dell’attinente rotatoria di modo da creare lo spazio necessario all’inserimento della pista. L’allargamento è stato reso possibile grazie alla realizzazione di una scarpata in terra rinforzata, per la quale sono state utilizzate geogriglie di rinforzo, collocate all’interno del terreno che per attrito consentono al sistema di sopportare importanti livelli di sollecitazione. L’opera, concepita sulla base di un’unica berma di altezza pari a circa 2 metri dal piano campagna, ha reso possibile la circolazione pedonale e ciclabile in una zona che, di partenza, si presentava pericolosa.
- Pubblicato il GEO, Geogriglie, news, Strade