Le soluzioni per proteggere fondazioni e muri contro terra
La salute dei muri a contatto con il terreno, come fondazioni e muri contro terra, è la preoccupazione principale di chi vive una casa, soprattutto se in essa ci sono locali interrati adibiti a garage o cantine: qualsiasi apparizione di umidità e muffa comprova un danno che in queste parti dell’edificio può avere conseguenze costosissime. E non sempre si ha la possibilità di rendere nuovamente salubre l’ambiente interno.
I rischi ci sono sia nelle fondazioni – ossia nelle strutture orizzontali che ricevono e assorbono i carichi di tutto l’edificio – sia nei muri contro terra, cioè nelle strutture verticali sulle quali gravano carichi notevoli. Se al peggioramento del contesto meteorologico di questi ultimi anni aggiungiamo la malevola umidità capace di risalire per capillarità e la pressione dell’acqua proveniente dalle falde, si comprende la necessità di richiedere maggiori performance ai prodotti utilizzati.
Come proteggere le fondazioni e muri contro terra al meglio?
La salubrità degli ambienti interrati viene garantita utilizzando prodotti specifici e collaudati, applicati correttamente come previsto dai documenti tecnici. TeMa Building Solutions offre diverse soluzioni.
Geocompositi bentonitici
I geocompositi bentonitici provvedono ad assicurare una corretta impermeabilizzazione del calcestruzzo. Costituiti di bentonite sodica naturale, si auto-agganciano al calcestruzzo (se usati come impermeabilizzazioni pre-getto) e sono adatti per applicazione sia verticali (muri controterra), sia orizzontali (platee di fondazione).
Membrane bugnate
Le membrane bugnate sono una delle commodity più utilizzate per la loro duplice funzione:
- proteggono meccanicamente l’impermeabilizzazione: preservano l’integrità dello strato impermeabile durante le operazioni di rinterro e costipamento nella fase di cantiere e dai successivi micro-movimenti di assestamento del terreno e i forti carichi che i muri devono tollerare
- hanno funzione di damp-proofing: bloccano l’umidità che, anche in assenza di pressione idrostatica, può indebolire la struttura e far comparire macchie di muffa nei muri interni.
Geocompositi drenanti
Riducono la pressione idrostatica esercitata sulle pareti verticali convogliando le acque verso il perimetro. Sono accoppiati a uno o due TNT con funzione filtrante, impedendo l’intasamento del sistema. La gamma TeMa Building Solutions include georeti, membrane bugnate e strutture in monofilamenti.
Ti serve un consiglio su quale prodotto fa più al caso tuo? Contattaci! I nostri esperti sapranno aiutarti al meglio.
- Pubblicato il BUILDING, Fondazioni e opere interrate, Fondazioni e opere interrate - Sistemi di impermeabilizzazione, Fondazioni e opere interrate - Sistemi di protezione meccanica, Geocompositi Drenanti, Membrane bugnate e accessori
L’uso dei geocompositi drenanti in ambito edilizio
I geocompositi drenanti soddisfano con molteplici funzioni l’ambito geotecnico, ma hanno alcune caratteristiche che li distinguono e consentono loro di trovare un assiduo utilizzo anche nel settore edilizio. I geocompositi drenanti TeMa sono leggeri, maneggevoli al trasporto e alla posa, veloci da applicare… Ma vediamo tutto nel dettaglio.
Cosa sono i geocompositi drenanti e quali tipi esistono?
Per definizione i geocompositi drenanti sono dei geosintetici permeabili formati da almeno due elementi (un elemento sintetico e uno o più TNT).
Le tipologie principali di prodotti drenanti in cui TeMa propone tutta la sua esperienza sono tre:
- Georeti, formate da una rete sintetica in HDPE a due fili incrociati con due TNT in PP termoaccoppiati, come T-Drain.
- Geomembrane del tipo T-Kone e TMD, membrane bugnate in HDPE con bugne di varie altezze (8, 10, 20 mm) accoppiate a un TNT.
- Monofilamenti, costituiti da un’anima in monofilamenti sintetici estrusi con due TNT termoaccoppiati, ad esempio T-Mix Drain.
Quali sono gli ambiti di applicazione in ambito edilizio?
I geocompositi drenanti di TeMa Building Solutions coprono numerose applicazioni in ambito edilizio: coperture a falda inclinata e coperture piane a ballast, coperture piane a verde e carrabili, pareti e coperture metalliche a tecnica aggraffata, fondazioni e opere interrate, murature interne a rischio umidità.
Sono tutti ambienti che richiedono un’attenzione particolare al drenaggio, perché esposti alle diverse condizioni atmosferiche e in alcuni casi anche all’acqua di falda: il rischio di ristagni aumenta favorendo l’umidità e, nell’eventualità in cui si creino lesioni o eccessiva pressione sullo strato impermeabile, è possibile che si sviluppino infiltrazioni.
Quali funzioni svolgono?
La funzione principale è quella di drenaggio delle acque meteoriche e di falda. Questo avviene grazie all’azione di separazione, resa possibile dal tessuto non tessuto che funge da filtro: le particelle che riescono ad attraversarlo sono estremamente piccole da risultare innocue per il buon funzionamento del sistema di scarico.
I geocompositi a membrana bugnata svolgono anche la funzione importante di protezione meccanica dell’impermeabilizzazione, rilevante nelle coperture e indispensabile negli ambienti interrati per sopportare senza danni interramenti e assestamenti del terreno di riempimento.
Quale geocomposito drenante scegliere in ambito edilizio?
La scelta del giusto prodotto va fatta sulla base delle prestazioni richieste. Questo i progettisti lo sanno bene: alla luce della quantità e della “qualità” d’acqua da drenare e, quindi, della morfologia del territorio, della presenza di falde attive e così via. Va valutata anche la quantità di carico, ad esempio in applicazioni a verde, coperture carrabili e superfici pedonabili.
- Pubblicato il BUILDING, Geocompositi Drenanti
TeMa alla XII Conferenza Internazionale sui Geosintetici
Ci saremo anche noi alla 12° edizione della Conferenza Internazionale sui Geosintetici che si terrà a Roma presso l’auditorium Parco della Musica dal 17 al 21 settembre 2023 e che vedrà un nutrito programma di incontri tra professionisti (maggiori informazioni sugli appuntamenti qui).
Quattro giorni di incontri formativi e informativi sui geosintetici esplorati in tutte le sotto-tipologie: i geotessili tessuti e non tessuti, le geogriglie, le georeti, le geostuoie, i geocompositi drenanti e di rinforzo e le geomembrane.
L’utilizzo dei geosintetici trova sempre più applicazione e svolgono diverse funzioni (spesso in combinazione). In particolare:
- Drenaggio – geocompositi drenanti e georeti.
- Filtrazione e Separazione – geotessili tessuti e geotessili non tessuti.
- Rinforzo – geotessili tessuti e geogriglie.
- Salvaguardia delle impermeabilizzazioni – membrane bugnate con bugne troncoconiche o stellate.
- Antierosione – georeti, geostuoie, biotessili.
- Protezione meccanica – geotessili non tessuti, geotessili compositi.
- Applicazioni speciali – vari geosintetici realizzati su richiesta specifica.
I temi principali affrontati spazieranno tra i diversi campi di utilizzo, dalla progettazione antisismica ai rilevati stradali e ferroviari e, ancora, dal controllo erosione alle funzioni di filtrazione e drenaggio, fino all’analisi di casi pratici.
Il mondo della ricerca è in continua evoluzione e gli incontri in programma sono una grande opportunità per condividere le esperienze e i recenti sviluppi tecnici con ingegneri, geologi, consulenti, appaltatori e chiunque sia coinvolto nella ricerca e nell’utilizzo dei geosintetici.
Durante l’evento sarà possibile partecipare a conferenze tecniche, giroud lecture, special lectures e corsi brevi e visitare il padiglione espositivo dove incontrare le aziende produttrici.
L’esperienza trentennale di TeMa nell’utilizzo dei geosintetici
L’evento internazionale, che porta il titolo “Leading the way to a resilient planet”, rappresenta appieno l’obiettivo per il quale TeMa ha iniziato a produrre e sperimentare geosintetici fin dalla metà degli anni 90: la ricerca di tecnologie e dei materiali più adatti da applicare nella costruzione di edifici e opere geotecniche.
È stato un confronto continuo anche con l’aumentata sensibilità con le grandi tematiche ambientali. È ciò che ha permesso di allargare l’offerta commerciale e di espanderci in 80 Paesi nel mondo.
Oggi i prodotti a catalogo sono molti e rispondono a richieste specifiche per discariche, gallerie, rilevati stradali, argini e terre rinforzate, aumentando via via le prestazioni per il controllo dell’erosione superficiale, il drenaggio delle acque meteoriche e il rinforzo dei pendii erbosi.
Il mondo dei geosintetici è in forte evoluzione e i nostri investimenti sono ingenti, soprattutto nella ricerca, per poter fornire ai nostri clienti le migliori soluzioni, anche personalizzate, per i loro progetti. Insieme ai nostri partner condividiamo “l’urgenza” di perseguire il nostro ferreo ideale di attenzione all’ambiente e di tutela idrogeologica del territorio.
Ti aspettiamo a Roma dal 17 al 21 settembre 2023 allo Stand 22.
Nel frattempo puoi scoprire tutti i dettagli sull’evento qui.
Il drenaggio in diaframmi e berlinesi: una soluzione conveniente e sicura
Tra le opere più largamente utilizzate nel campo dell’ingegneria civile, al fine di contrastare le forti spinte del terreno ed evitare frane e cedimenti strutturali, ci sono i diaframmi e le berlinesi. Anche in questo ambito il drenaggio è una funzione da tenere in considerazione e TeMa Building Solutions è pronta a rispondere.
Ma partiamo dal principio.
I diaframmi sono delle paratie di sostegno formate da elementi verticali puntuali (pali) o continui (pareti) in acciaio o in calcestruzzo armato infissi nel terreno a notevole profondità, mentre le berlinesi sono strutture di sostegno flessibili realizzate con micropali verticali.
Entrambe le soluzioni vengono utilizzate nei casi in cui ci sia l’impossibilità di creare pareti di scavo di adeguata pendenza a causa della presenza di altri manufatti nelle vicinanze e della morfologia dell’area che impone spazi d’azione ridotti (i quali renderebbero impossibili le manovre di grandi macchinari).
Le paratie berlinesi in micropali, infatti, sono una delle più comuni applicazioni nell’ambito dei cantieri per la realizzazione di opere di sostegno impermeabili. La tecnica permette di lavorare in quasi tutti i tipi di terreni, in particolare nel caso in cui si debbano utilizzare impianti di cantiere di dimensioni ridotte rispetto al passato.
Il drenaggio in diaframmi e berlinesi
Essendo opere a contatto con il terreno, non è assolutamente da sottovalutare l’aspetto di drenaggio. Se le acque meteoriche e di falda esercitano pressione sulla parete verticale, possono danneggiare l’impermeabilizzazione. Per questo, TeMa Building Solutions ha il prodotto adatto a questa applicazione: T-Mix Drain WP, il geocomposito che oltre a drenare assolve anche la funzione di filtrazione, separazione e cassero a perdere.
TeMa ha costruito sui geocompositi una notevole esperienza, da molti anni infatti propone questo sistema in sostituzione al tradizionale sistema di drenaggio con la ghiaia. I risultati sono duraturi ed è la soluzione ideale: rispetto alla tradizionale ghiaia, è meno ingombrante, facilmente trasportabile e veloce da posare. Ciò limita i costi di trasporto, di realizzazione e delle tempistiche in cantiere e, non ultimo, permette un risparmio considerevole di CO2.
Gli ambiti di applicazione di diaframmi e berlinesi
Come detto qui sopra, la realizzazione di diaframmi e berlinesi trova ampio utilizzo in caso di spazio limitato. Nello specifico, si possono utilizzare in ambito edilizio come in garage sotterranei di casa o di un ambiente commerciale e in piani interrati, ma anche in opere fluviali, quali banchine e moli per imbarcazioni, o ancora in dighe in terra e pozzi.
Avere perciò a disposizione l’esperienza dei tecnici TeMa e prodotti testati ed efficaci come T-Mix Drain WP, è una sicurezza per il cantiere.
TeMa ancora più trasparente sulla sostenibilità
TeMa Technologies and Materials informa sul livello di sostenibilità dei prodotti grazie alla nuova certificazione EPD: questa copre la maggior parte delle membrane e dei geocompositi realizzati sulle proprie linee produttive. Da trent’anni TeMa considera la protezione dell’ambiente come un dovere e un obbligo nei confronti della collettività e delle generazioni future.
Cos’è l’EPD e cosa si analizza per ottenerlo?
La Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD è documento che fornisce dati specifici sul ciclo di vita dei prodotti o di un servizio. Ciò che viene misurato sono gli impatti che le fasi produttive e di vita del prodotto hanno sull’ambiente attraverso un’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) per determinare il consumo di risorse come acqua, materiali ed energia.
Nasce su base volontaria e viene verificato dall’ente terzo indipendente SGS in modo tale da poter fornire ai clienti dichiarazioni certificate.
Un riconoscimento internazionale
Il documento EPD ha riconoscibilità a livello internazionale, perché rispetta gli standard ISO. Questo garantisce l’utilizzo, la credibilità e la stabilità nel tempo, mettendo a disposizione i dati rilevati che possono essere utilizzati in qualsiasi tipo di sistema di gestione ambientale e fornire informazioni per i Protocolli di certificazione ambientale degli edifici e delle infrastrutture.
Quali sono le linee di prodotto TeMa Building Solutions certificate EPD?
Ad aver ottenuto la certificazione EPD sono:
- la linea dei bugnati, che include Membrana Nera, Membrana Nera Geo, T-Kone, Tefond, HDD, TMD, MD;
- la linea drenanti da monofilo con Q-Drain C e Q-Drain ZW;
- la linea geostuoie antierosive e di rinforzo con K-Mat e X-Grid AM.
I nostri certificati sono sempre consultabili cliccando qui e inserendo TeMa tra i filtri.
- Pubblicato il CORPORATION, news, TeMa Technologies and materials
Gallerie: il problema delle venute d’acqua e delle infiltrazioni
L’Italia è una delle nazioni europee con il maggior numero di gallerie stradali. Per quanto riguarda la rete TERN (RETE STRADALE TRANSEUROPEA) sono attualmente in esercizio circa 610 gallerie stradali per una lunghezza totale di circa 710 km e la totalità delle gallerie in esercizio su strade di competenza ANAS è di 1235 per una lunghezza totale di circa 755 km. Soprattutto in quelle più datate può capitare di notare ampie macchie di umidità che percorrono in altezza i muri interni o pericolosi ristagni d’acqua a terra. Vediamo quindi cosa succede esattamente e come prevenire il problema infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Oggi esistono sistemi e materiali collaudati, ma il problema su cui bisogna porre ancora molta attenzione è l’aspetto idrogeologico che mette in luce due problematiche principali: le infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Per venuta d’acqua si intende l’improvvisa fuoriuscita d’acqua dalla parete derivante da una falda che trova un nuovo sfogo, quindi oltre alla sua individuazione diventa prioritario progettare opportuni metodi di drenaggio.
Per infiltrazione, invece, si intende il passaggio d’acqua dovuto alla sua innata capillarità o alla forza di gravità.
Le conseguenze si vedono se i problemi non vengono affrontati, o meglio prevenuti, correttamente.
L’acqua, infatti, è una la grande minaccia per le opere come le gallerie, perché riduce la durabilità del rivestimento in calcestruzzo, provocando un deterioramento strutturale, mettendo a rischio gli impianti e costituendo un pericolo per la sicurezza stradale.
Cosa fare per le venute d’acqua e le infiltrazioni?
La soluzione ideale è progettare con idonei sistemi di drenaggio, con membrane bugnate e geocompositi drenanti.
Maxistud e HDD di TeMa Geo Solutions sono le membrane bugnate in HDPE ad elevata resistenza a compressione: la prima è una membrana termoformata da 20 mm, la seconda è una membrana da 10 mm accoppiata a un geotessile non tessuto, disponibile con diversi pesi e resistenze a compressione crescenti.
Si può agire anche con geocompositi drenanti come Q-Drain ZW5 60 20P TG da 5mm di spessore con anima in monofilamenti e un tnt.
La scelta del prodotto e dello spessore dipende dalle condizioni di venuta d’acqua e dal relativo rischio di infiltrazioni.
Nuove soluzioni nella costruzione e/o sistemazione delle strade
La sicurezza delle infrastrutture stradali è l’obiettivo primario e gli interventi di manutenzione – preventiva o straordinaria che sia – sono sistematici. I manti stradali sopportano carichi di traffico cospicui e cambiamenti atmosferici con escursioni termiche elevate. Si rende necessaria quindi una costante manutenzione per assicurare la regolarità della superficie e la stabilità degli elementi strutturali. Vediamo quali sono i principali fattori da considerare nella costruzione e sistemazione delle strade.
Controllo dell’erosione erosione superficiale
È principalmente dovuta ai cicli di gelo/disgelo che rendono il bitume meno elastico e quindi più facilmente soggetto a vuoti interni. Tali vuoti lasciano penetrare l’acqua negli strati sottostanti, erodendo gradualmente la struttura.
A ciò si sommano i grossi carichi di traffico, soprattutto se di mezzi pesanti, che causano una deformazione degli strati superficiali: la conseguenza è la penetrazione d’acqua che “ammorbidisce” la struttura rendendola meno resistente.
Il drenaggio anticapillare
Un concetto piuttosto complesso, ma molto sorvegliato in ambito edilizio, è quello della capillarità dell’acqua, ossia la capacità dei liquidi di muoversi in microspazi anche contro la forza di gravità. Aiutata dalle pressioni esercitate sugli strati più profondi, risale verso l’alto trascinando con sé le componenti più fini dei materiali, provocando fenomeni di deformazione.
Occorre, quindi, prevedere un geocomposito drenante, una membrana tridimensionale ottenuta dall’accoppiamento di due o più componenti sintetiche con la funzione di convogliare i fluidi verso l’esterno e impedirne la risalita.
Puoi scopri tutte le nostre soluzioni qui.
Rinforzo
A volte può essere necessario posizionare delle griglie di rinforzo, soprattutto in caso di pendenza più o meno accentuata che causerebbe uno scivolamento verso il basso di una banchina stradale.
Ovviamente la scelta del tipo di rinforzo più adatto, e quindi anche della posizione della geogriglia nella stratigrafia, dipende dalle problematiche da affrontare, tra le quali quella di rinforzare l’area superficiale per limitare la propagazione delle lesioni agli strati sottostanti, migliorare la capacità portante e ridurre le sollecitazioni trasmesse agli strati più profondi, oppure quella di provvedere ad assolvere la funzione di separazione (e di anticontaminante).
Scopri le nostre soluzioni qui.
Stabilizzazione
Durante gli interventi di costruzione e sistemazione delle strade può capitare di imbattersi in terreni più soffici, che possono manifestare fenomeni di instabilità o addirittura, nelle prime fasi de lavori, di collasso. Se anche non dovesse compromette la fattibilità dell’opera, questo comunque rischia di pregiudicare i requisiti minimi di sicurezza previsti per legge.
Anche in questo caso, i geosintetici sono la risposta al problema, perché assorbono le tensioni almeno fino al momento in cui l’opera raggiunge una sua stabilità strutturale.
Scopri le soluzioni della linea X-Grid qui.
- Pubblicato il GEO, Geocompositi drenanti e membrane, Geogriglie, Strade, Stuoie antierosione
Perché sui campi da calcio non si formano le pozzanghere?
Facciamo un passo indietro: oggi i campi da calcio in erba artificiale rappresentano la soluzione più conveniente per le società calcistiche, sia per quelle in prima squadra sia per il settore giovanile. La realizzazione di un sistema artificiale rappresenta perciò una possibilità da non sprecare. Per questo è importante realizzare un campo artificiale adatto per il proprio tipo di utilizzo e livello di gioco.
Lo staff TeMa può affiancare nella realizzazione – soprattutto nella fase progettuale – per definire le caratteristiche del campo in erba sintetica, conoscendo bene i diversi strati che lo compongono (sottofondo, manto e intaso in sabbia, gomma o naturale) e le differenti caratteristiche che l’esperienza suggerisce in base alle differenti condizioni climatiche. La fase preliminare è importante anche per definire l’iter che qualunque società – nella quasi totalità dei casi tramite il comune, che ne è il proprietario – deve seguire per ottenere la realizzazione di un campo artificiale più adatto per tipologia e quantità di utilizzo.
Il segreto è…
…il drenaggio. Avere un sottofondo di qualità è ancora più importante del manto superficiale. E qui entra in campo l’esperienza TeMa con le proprie soluzioni drenanti sviluppate in 4 continenti, a garantire il puntuale smaltimento dell’acqua nel più breve tempo possibile e l’accessibilità al campo anche nelle peggiori condizioni atmosferiche.
Il drenaggio del campo in erba sintetica
Nei campi in erba sintetica il drenaggio delle acque è orizzontale: dopo aver stabilizzato e livellato la superficie, si applica una membrana impermeabile che impedisce ai liquidi di penetrare nel terreno sottostante e li convoglia verso le canalette ai lati lunghi del campo.
In questo modo, l’acqua non ristagna sulla superficie del campo, consentendo di evitare pozzanghere e asportazione del materiale superficiale.
Campi da calcio in erba naturale o sintetica?
Un manto in erba naturale richiede una manutenzione maggiore e maggiori costi: deve essere tagliata periodicamente, trattata, fertilizzata e annaffiata. Inoltre, eventi atmosferici possono compromettere la praticabilità del campo.
Al contrario, un manto sintetico resiste meglio agli agenti climatici, è praticabile sempre anche in modo intensivo, indipendentemente dalla stagione e richiede molta meno manutenzione: una semplice “pettinata” periodica è sufficiente per rivitalizzare il manto.
Oltre al (molto)minor tempo di realizzazione, un fattore che tende a far preferire il manto sintetico rispetto a quello naturale è la capacità permeabile del primo: il controllo che si ha sul filtraggio dell’acqua è nettamente superiore e il substrato è pensato per drenare l’acqua in eccesso in caso di forti precipitazioni e/o immagazzinarla. Risulta quindi più semplice il mantenimento delle condizioni favorevoli sia di gioco che di durabilità del campo, salvaguardando anche la salute dei calciatori.
Cosa rende i campi da calcio così omogeneo e lineare?
Ciò che consente il massimo delle prestazioni sono i geocompositi drenanti.
Q-Drain ZW8 Football è composto da un anima in monofilamenti e due TNT a cui può essere aggiunta, se necessario, una membrana in PE.
Q-Drain ZW8 WP Football, ideale nelle applicazioni a drenaggio orizzontale, è composto da un’anima in monofilamenti accoppiata a un TNT e un film impermeabilizzante.
A supportare questi prodotti consigliamo T-Kanal Football, una canaletta in cemento per il drenaggio perimetrale che al suo interno ospita una speciale membrana drenante. Per completare il sistema ci sono la griglia, i fissaggi e T-Tape per l’eventuale giunzione dei rotoli in fase di posa.
- Pubblicato il Campi da calcio in erba sintetica - Accessori, GEO
… Oggi c’è qualche albero in più
Il 2020 è stato dichiarato l’anno della sostenibilità. I primi grandi progetti riguarderanno, a livello mondiale, la crescita dell’eolico offshore quale fonte globale di energia e un’accelerazione della produzione di veicoli elettrici nelle grandi case automobilistiche, quali alternativa ai veicoli con motore a combustione. Anche noi, nel nostro piccolo, apportiamo un contributo alla causa con un’attenzione particolare allo sviluppo ecosostenibile.
BIOSTUOIE IN FIBRE NATURALI
Ne sono un esempio le soluzioni degradabili che offriamo in materia di rinforzo dei pendii rocciosi. Questi, in base alle condizioni morfologiche e di esposizione del versante, necessitano di rinforzi che possono essere sintetici oppure di origine naturale. Ecovernet e Ecovermat fanno parte di quest’ultima categoria. La prima è una biostuoia in fibre naturali tipo juta, mentre la seconda è una biostuoia in fibre naturali come paglia e cocco. Il vantaggio di utilizzare rinforzi di questa seconda tipologia è duplice: da un lato si fornisce protezione al suolo contro agenti atmosferici, dall’altro si stimola la formazione di vegetazione, la quale detiene una naturale funzione antierosiva.
GEOCOMPOSITI DRENANTI
La possibilità di realizzare interventi di ingegneria agraria avvalendosi di materiali nuovi oggi risulta determinante per uno sviluppo sostenibile: interventi di drenaggio delle acque sono resi possibili senza l’impiego di grandi quantità di inerti provenienti da cave e trasportati su ruota, grazie ai geocompositi drenanti. Questi nuovi materiali si distinguono per leggerezza, ingombro ridotto e minima incidenza sui costi dell’opera dovuti ai trasporti, con una conseguente e drastica riduzione di emissione di CO2. Pensate solamente al fatto che nella realizzazione di un impianto sportivo occorrono, a grandi linee, circa 200 camion per il trasporto senza pensare agli scavi che il procacciamento di ghiaia porta con sé. Provate a immaginare quanti quintali di anidride carbonica abbiamo risparmiato al nostro pianeta!
L’ecosostenibilità e la salvaguardia ambientale sono, come potrete capire, valori ai quali siamo saldamente ancorati e non semplici slogan. Non a caso la holding IWIS, della quale facciamo parte, ha investito le proprie risorse nella realizzazione di impianti produttivi attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative, capaci di tutelare il suolo, l’aria e l’acqua, beni preziosi per l’intera umanità. Tra questi, sono ben 4 gli impianti specifici destinati al riciclaggio delle materie plastiche.
Una storia di tutela territoriale e di responsabilità ambientale. La nostra.
- Pubblicato il CORPORATION, news