Il drenaggio in diaframmi e berlinesi: una soluzione conveniente e sicura
Tra le opere più largamente utilizzate nel campo dell’ingegneria civile, al fine di contrastare le forti spinte del terreno ed evitare frane e cedimenti strutturali, ci sono i diaframmi e le berlinesi. Anche in questo ambito il drenaggio è una funzione da tenere in considerazione e TeMa Building Solutions è pronta a rispondere.
Ma partiamo dal principio.
I diaframmi sono delle paratie di sostegno formate da elementi verticali puntuali (pali) o continui (pareti) in acciaio o in calcestruzzo armato infissi nel terreno a notevole profondità, mentre le berlinesi sono strutture di sostegno flessibili realizzate con micropali verticali.
Entrambe le soluzioni vengono utilizzate nei casi in cui ci sia l’impossibilità di creare pareti di scavo di adeguata pendenza a causa della presenza di altri manufatti nelle vicinanze e della morfologia dell’area che impone spazi d’azione ridotti (i quali renderebbero impossibili le manovre di grandi macchinari).
Le paratie berlinesi in micropali, infatti, sono una delle più comuni applicazioni nell’ambito dei cantieri per la realizzazione di opere di sostegno impermeabili. La tecnica permette di lavorare in quasi tutti i tipi di terreni, in particolare nel caso in cui si debbano utilizzare impianti di cantiere di dimensioni ridotte rispetto al passato.
Il drenaggio in diaframmi e berlinesi
Essendo opere a contatto con il terreno, non è assolutamente da sottovalutare l’aspetto di drenaggio. Se le acque meteoriche e di falda esercitano pressione sulla parete verticale, possono danneggiare l’impermeabilizzazione. Per questo, TeMa Building Solutions ha il prodotto adatto a questa applicazione: T-Mix Drain WP, il geocomposito che oltre a drenare assolve anche la funzione di filtrazione, separazione e cassero a perdere.
TeMa ha costruito sui geocompositi una notevole esperienza, da molti anni infatti propone questo sistema in sostituzione al tradizionale sistema di drenaggio con la ghiaia. I risultati sono duraturi ed è la soluzione ideale: rispetto alla tradizionale ghiaia, è meno ingombrante, facilmente trasportabile e veloce da posare. Ciò limita i costi di trasporto, di realizzazione e delle tempistiche in cantiere e, non ultimo, permette un risparmio considerevole di CO2.
Gli ambiti di applicazione di diaframmi e berlinesi
Come detto qui sopra, la realizzazione di diaframmi e berlinesi trova ampio utilizzo in caso di spazio limitato. Nello specifico, si possono utilizzare in ambito edilizio come in garage sotterranei di casa o di un ambiente commerciale e in piani interrati, ma anche in opere fluviali, quali banchine e moli per imbarcazioni, o ancora in dighe in terra e pozzi.
Avere perciò a disposizione l’esperienza dei tecnici TeMa e prodotti testati ed efficaci come T-Mix Drain WP, è una sicurezza per il cantiere.
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Tra opere in terra rinforzata e drenaggio
Per i lavori di ampliamento del centro commerciale Serravalle Retail Park in Piemonte abbiamo supportato l’impresa nella scelta delle soluzioni da adottare e assistito nelle verifiche.
L’area di circa 2.000 m2 ha richiesto alcuni interventi quanto a opere in terra rinforzata e drenaggio, in particolare ci siamo occupati delle opere propedeutiche per i lavori di ampliamento risalenti al 2016.
A sud-ovest del manufatto il terreno è stato messo in sicurezza e successivamente reintegrato le superfici di verde areale.
Vediamo più nello specifico come si è proceduto.
La natura dell’intervento
Per la messa in sicurezza del versante antistante al complesso, l’intervento prevedeva la realizzazione di opere in terra rinforzata in varie bancate, per la precisione 3 moduli di 6 m di altezza ciascuno.
Inoltre, per gestire le acque provenienti dal bacino idrogeografico posto a monte dell’area, si è provveduto a specifici interventi per il drenaggio superficiale.
La soluzione di TeMa Geo Solutions
Per l’opera in terra rinforzata i 3 moduli sono costruiti con lunghezze di ancoraggio di 7 m e resistenze da 110 kN/m date dalle geogriglie X-Grid PET PC 110.
Per quanto riguarda il drenaggio, invece, si è previsto l’utilizzo della Membrana Nera Geo, la membrana bugnata in HDPE da 8 mm accoppiata a TNT filtrante alla cui base si trova un tubo fessurato in PE.
Il sistema di drenaggio è stato installato anche in prossimità dei tatti orizzontali di ogni berma, al fine di evitare infiltrazioni future nell’opera rinforzata.
Parcheggio sul tetto: soluzione estrema di recupero spazio
I centri urbani sono sovraffollati di veicoli e di zone interdette ai non autorizzati, i parcheggi sono “stressati” e le superfici non bastano mai. A fianco delle soluzioni più “standard” di coperture carrabili, come per esempio in caso di garage interrati, non è azzardato immaginare, ove strutturalmente possibile, di progettare o recuperare spazi su coperture sopraelevate: infatti, un parcheggio sul tetto di una struttura pubblica può ampliare di molto i posti disponibili.
Durante le vacanze, anche i viaggiatori potranno trovare conforto dai parcheggi sui tetti di edifici pubblici o a uso pubblico. Nelle ore in cui gli uffici sono chiusi, per esempio, questi parcheggi possono trasformarsi in risorsa, soluzione ideale per recuperare spazio e aumentare il numero di posteggi per i viaggiatori nelle zone ad alta affluenza turistica.
La continua movimentazione di veicoli e l’esposizione a qualsiasi evento atmosferico, dal gelo al caldo torrido, richiede materiali di costruzione idonei allo scopo. Un grande utilizzo che rende imperativo prevedere degli strati (stratigrafia progettuale) che assolvano a specifiche funzioni. Vediamo quali.
A cosa bisogna porre attenzione nella realizzazione di un parcheggio sul tetto?
Su questo tipo di coperture gravano elevati carichi, statici e di passaggio, di ogni tipo di vettura. Ciò richiede un’attenzione maggiore nella protezione meccanica dello strato impermeabile e nella resistenza ad alte compressioni.
Altro aspetto da considerare è il drenaggio. Le acque meteoriche possono penetrare negli strati inferiori danneggiandoli, per cui serve garantire un corretto deflusso verso l’esterno.
Noi consigliamo l’applicazione di membrane bugnate accoppiate a TNT o geocompositi drenanti con monofilamenti o georeti.
Per la funzione di drenaggio proponiamo il geocomposito drenante T-Mix Drain Plus. La variante T-Mix Drain WP Plus è accoppiata su un lato a un geotessuto filtrante e sull’altro a una membrana poliolefinica, in grado di evitare o limitare le infiltrazioni di olii o idrocarburi; un cordolo butilico lungo la cimosa, consente di fissare le sovrapposizioni tra le membrane accostate.
In alternativa si può optare per le georeti T-Net Drain 5 e T-Net Drain 7, accoppiate a TNT su entrambi i lati.
La funzione di protezione meccanica, insieme a quella di drenaggio, può essere invece svolta dal geocomposito drenante TMD 1011. Il prodotto accoppia un geotessuto filtrante a una membrana bugnata, la cui conformazione consente un efficace drenaggio anche ad alti carichi di sollecitazione (fino a 400 kPa).
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Gallerie: il problema delle venute d’acqua e delle infiltrazioni
L’Italia è una delle nazioni europee con il maggior numero di gallerie stradali. Per quanto riguarda la rete TERN (RETE STRADALE TRANSEUROPEA) sono attualmente in esercizio circa 610 gallerie stradali per una lunghezza totale di circa 710 km e la totalità delle gallerie in esercizio su strade di competenza ANAS è di 1235 per una lunghezza totale di circa 755 km. Soprattutto in quelle più datate può capitare di notare ampie macchie di umidità che percorrono in altezza i muri interni o pericolosi ristagni d’acqua a terra. Vediamo quindi cosa succede esattamente e come prevenire il problema infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Oggi esistono sistemi e materiali collaudati, ma il problema su cui bisogna porre ancora molta attenzione è l’aspetto idrogeologico che mette in luce due problematiche principali: le infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Per venuta d’acqua si intende l’improvvisa fuoriuscita d’acqua dalla parete derivante da una falda che trova un nuovo sfogo, quindi oltre alla sua individuazione diventa prioritario progettare opportuni metodi di drenaggio.
Per infiltrazione, invece, si intende il passaggio d’acqua dovuto alla sua innata capillarità o alla forza di gravità.
Le conseguenze si vedono se i problemi non vengono affrontati, o meglio prevenuti, correttamente.
L’acqua, infatti, è una la grande minaccia per le opere come le gallerie, perché riduce la durabilità del rivestimento in calcestruzzo, provocando un deterioramento strutturale, mettendo a rischio gli impianti e costituendo un pericolo per la sicurezza stradale.
Cosa fare per le venute d’acqua e le infiltrazioni?
La soluzione ideale è progettare con idonei sistemi di drenaggio, con membrane bugnate e geocompositi drenanti.
Maxistud e HDD di TeMa Geo Solutions sono le membrane bugnate in HDPE ad elevata resistenza a compressione: la prima è una membrana termoformata da 20 mm, la seconda è una membrana da 10 mm accoppiata a un geotessile non tessuto, disponibile con diversi pesi e resistenze a compressione crescenti.
Si può agire anche con geocompositi drenanti come Q-Drain ZW5 60 20P TG da 5mm di spessore con anima in monofilamenti e un tnt.
La scelta del prodotto e dello spessore dipende dalle condizioni di venuta d’acqua e dal relativo rischio di infiltrazioni.
Le discariche controllate e l’importanza di isolarle
Le discariche di rifiuti inerti, non pericolosi e pericolosi sono governate da leggi specifiche di ogni Paese (in Italia il D.Lgs del 3 settembre 2020) che prevedono regole ben precise sulla costruzione e il mantenimento di questi siti.
Essendo praticamente all’interno del terreno ed essendo programmate per determinati tipi di rifiuti, devono rispettare standard ambientali e di sicurezza.
Quindi oggi parliamo di discariche controllate e come isolarle.
I rischi di non isolarle
Partendo dal presupposto che è fondamentale effettuare un corretto smaltimento, molti rifiuti possono impiegare anni – addirittura decenni – a disattivarsi e a ultimare i naturali processi di decomposizione. In questa fase producono numerosi liquami, come il percolato, che è altamente contaminante per il terreno e le falde acquifere.
Inoltre, vengono prodotti anche dei biogas, in particolare metano e anidride carbonica, risultato della degradazione di materiale organico, che devono essere controllati e che potrebbero essere utilizzati per la produzione di energia rinnovabile.
Discariche controllate e come isolarle
Le discariche controllate devono essere isolate dal terreno che le ospita, ma per essere sicure le funzioni da assolvere sono diverse.
Controllo dell’erosione superficiale
La vegetazione protegge naturalmente il terreno dall’erosione dovuta ad agenti atmosferici come vento e pioggia che causerebbe cedimenti. In attesa che avvenga l’inerbimento a proteggere le sponde e la superficie della discarica ci sono le geostuoie antierosive nella versione biodegradabile e sintetica da scegliere in base alle esigenze.TeMa Geo Solutions propone una vasta gamma tra cui scegliere, consultabile qui.
Rinforzo
A volte la discarica viene progettata e costruita su pendii più o meno ripidi. Nel caso in cui la pendenza sia elevata e il terreno non riesca da solo a sostenersi, è doveroso applicare delle griglie di sostegno al fine di evitare scivolamenti che esporrebbero e danneggerebbero gli strati inferiori. Vedi le nostre soluzioni.
Drenaggio
Attraverso alcuni prodotti specifici, i geocompositi drenanti, è necessario provvedere al drenaggio delle acque meteoriche, ma anche del percolato che inevitabilmente si forma e che deve essere tenuto lontano dal terreno.
Barriera
Prodotti a base di bentonite, come Barrier Bento, consentono di impermeabilizzare l’area sia nelle pareti con inclinazioni elevate, sia nel fondo.
Capping
Anche le discariche hanno una copertura finale che deve rispondere a dei criteri ben precisi. Tra questi ricordiamo sempre l’isolamento dei rifiuti dal terreno e il controllo dell’erosione superficiale, ma altrettanto importanti sono la minimizzazione delle infiltrazioni di acqua e l’inserimento nel paesaggio.
Nuove soluzioni nella costruzione e/o sistemazione delle strade
La sicurezza delle infrastrutture stradali è l’obiettivo primario e gli interventi di manutenzione – preventiva o straordinaria che sia – sono sistematici. I manti stradali sopportano carichi di traffico cospicui e cambiamenti atmosferici con escursioni termiche elevate. Si rende necessaria quindi una costante manutenzione per assicurare la regolarità della superficie e la stabilità degli elementi strutturali. Vediamo quali sono i principali fattori da considerare nella costruzione e sistemazione delle strade.
Controllo dell’erosione erosione superficiale
È principalmente dovuta ai cicli di gelo/disgelo che rendono il bitume meno elastico e quindi più facilmente soggetto a vuoti interni. Tali vuoti lasciano penetrare l’acqua negli strati sottostanti, erodendo gradualmente la struttura.
A ciò si sommano i grossi carichi di traffico, soprattutto se di mezzi pesanti, che causano una deformazione degli strati superficiali: la conseguenza è la penetrazione d’acqua che “ammorbidisce” la struttura rendendola meno resistente.
Il drenaggio anticapillare
Un concetto piuttosto complesso, ma molto sorvegliato in ambito edilizio, è quello della capillarità dell’acqua, ossia la capacità dei liquidi di muoversi in microspazi anche contro la forza di gravità. Aiutata dalle pressioni esercitate sugli strati più profondi, risale verso l’alto trascinando con sé le componenti più fini dei materiali, provocando fenomeni di deformazione.
Occorre, quindi, prevedere un geocomposito drenante, una membrana tridimensionale ottenuta dall’accoppiamento di due o più componenti sintetiche con la funzione di convogliare i fluidi verso l’esterno e impedirne la risalita.
Puoi scopri tutte le nostre soluzioni qui.
Rinforzo
A volte può essere necessario posizionare delle griglie di rinforzo, soprattutto in caso di pendenza più o meno accentuata che causerebbe uno scivolamento verso il basso di una banchina stradale.
Ovviamente la scelta del tipo di rinforzo più adatto, e quindi anche della posizione della geogriglia nella stratigrafia, dipende dalle problematiche da affrontare, tra le quali quella di rinforzare l’area superficiale per limitare la propagazione delle lesioni agli strati sottostanti, migliorare la capacità portante e ridurre le sollecitazioni trasmesse agli strati più profondi, oppure quella di provvedere ad assolvere la funzione di separazione (e di anticontaminante).
Scopri le nostre soluzioni qui.
Stabilizzazione
Durante gli interventi di costruzione e sistemazione delle strade può capitare di imbattersi in terreni più soffici, che possono manifestare fenomeni di instabilità o addirittura, nelle prime fasi de lavori, di collasso. Se anche non dovesse compromette la fattibilità dell’opera, questo comunque rischia di pregiudicare i requisiti minimi di sicurezza previsti per legge.
Anche in questo caso, i geosintetici sono la risposta al problema, perché assorbono le tensioni almeno fino al momento in cui l’opera raggiunge una sua stabilità strutturale.
Scopri le soluzioni della linea X-Grid qui.
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Perché sui campi da calcio non si formano le pozzanghere?
Facciamo un passo indietro: oggi i campi da calcio in erba artificiale rappresentano la soluzione più conveniente per le società calcistiche, sia per quelle in prima squadra sia per il settore giovanile. La realizzazione di un sistema artificiale rappresenta perciò una possibilità da non sprecare. Per questo è importante realizzare un campo artificiale adatto per il proprio tipo di utilizzo e livello di gioco.
Lo staff TeMa può affiancare nella realizzazione – soprattutto nella fase progettuale – per definire le caratteristiche del campo in erba sintetica, conoscendo bene i diversi strati che lo compongono (sottofondo, manto e intaso in sabbia, gomma o naturale) e le differenti caratteristiche che l’esperienza suggerisce in base alle differenti condizioni climatiche. La fase preliminare è importante anche per definire l’iter che qualunque società – nella quasi totalità dei casi tramite il comune, che ne è il proprietario – deve seguire per ottenere la realizzazione di un campo artificiale più adatto per tipologia e quantità di utilizzo.
Il segreto è…
…il drenaggio. Avere un sottofondo di qualità è ancora più importante del manto superficiale. E qui entra in campo l’esperienza TeMa con le proprie soluzioni drenanti sviluppate in 4 continenti, a garantire il puntuale smaltimento dell’acqua nel più breve tempo possibile e l’accessibilità al campo anche nelle peggiori condizioni atmosferiche.
Il drenaggio del campo in erba sintetica
Nei campi in erba sintetica il drenaggio delle acque è orizzontale: dopo aver stabilizzato e livellato la superficie, si applica una membrana impermeabile che impedisce ai liquidi di penetrare nel terreno sottostante e li convoglia verso le canalette ai lati lunghi del campo.
In questo modo, l’acqua non ristagna sulla superficie del campo, consentendo di evitare pozzanghere e asportazione del materiale superficiale.
Campi da calcio in erba naturale o sintetica?
Un manto in erba naturale richiede una manutenzione maggiore e maggiori costi: deve essere tagliata periodicamente, trattata, fertilizzata e annaffiata. Inoltre, eventi atmosferici possono compromettere la praticabilità del campo.
Al contrario, un manto sintetico resiste meglio agli agenti climatici, è praticabile sempre anche in modo intensivo, indipendentemente dalla stagione e richiede molta meno manutenzione: una semplice “pettinata” periodica è sufficiente per rivitalizzare il manto.
Oltre al (molto)minor tempo di realizzazione, un fattore che tende a far preferire il manto sintetico rispetto a quello naturale è la capacità permeabile del primo: il controllo che si ha sul filtraggio dell’acqua è nettamente superiore e il substrato è pensato per drenare l’acqua in eccesso in caso di forti precipitazioni e/o immagazzinarla. Risulta quindi più semplice il mantenimento delle condizioni favorevoli sia di gioco che di durabilità del campo, salvaguardando anche la salute dei calciatori.
Cosa rende i campi da calcio così omogeneo e lineare?
Ciò che consente il massimo delle prestazioni sono i geocompositi drenanti.
Q-Drain ZW8 Football è composto da un anima in monofilamenti e due TNT a cui può essere aggiunta, se necessario, una membrana in PE.
Q-Drain ZW8 WP Football, ideale nelle applicazioni a drenaggio orizzontale, è composto da un’anima in monofilamenti accoppiata a un TNT e un film impermeabilizzante.
A supportare questi prodotti consigliamo T-Kanal Football, una canaletta in cemento per il drenaggio perimetrale che al suo interno ospita una speciale membrana drenante. Per completare il sistema ci sono la griglia, i fissaggi e T-Tape per l’eventuale giunzione dei rotoli in fase di posa.
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Non si può andare in su? Conquistiamo spazio in giù!
Oggi ci sono soluzioni che consentono di realizzare piani interrati perfettamente vivibili e confortevoli.
Anche scantinati esistenti, poco usati, possono essere recuperati, certo, ma è necessario avere qualche accorgimento costruttivo per assicurare la salute dell’edificio e la salubrità degli ambienti.
Vediamo perciò a cosa bisogna prestare maggiore attenzione.
Umidità e infiltrazioni nei piani interrati
I piani interrati sono a diretto contatto con il terreno sia nel pavimento sia nei muri verticali.
L’acqua proveniente da eventi meteorici o dall’umidità propria del terreno può penetrare il calcestruzzo e far insorgere macchie e muffa che tenderanno a scrostare il muro. I danni estetici sono gravi quanto i danni strutturali: la muffa è tutt’altro che salutare!
Diventa necessario, quindi, prevedere una barriera di separazione fra la struttura e il terreno che assolva alla funzione di damp-proofing, ossia di controllo dell’umidità in assenza di pressione idrostatica (clicca qui per approfondire).
TeMa Building Solutions propone T-Bentostop nella versione F e F XL, un geocomposito che si aggancia al calcestruzzo composto da bentonite sodica naturale con la funzione di impermeabilizzazione, e T-Kone, la membrana bugnata in HDPE disponibile in più varianti.
Drenaggio nei piani interrati
Nel terreno, anche in prossimità delle strutture, può scorrere acqua di falda o dispersa che aumenta il carico sui muri. Diventa, quindi, fondamentale provvedere a drenarla e impedirne l’ingresso riducendo la pressione idrostatica esercitata sulle superfici: le membrane bugnate T-Kone G Drain e T-Net Drain e i geocompositi drenanti della serie T-Mix Drain assolvono questa funzione mantenendo i muri asciutti.
Protezione meccanica dell’impermeabilizzazione nei piani interrati
I muri verticali dei locali interrati devono tollerare grossi carichi esercitati dal terreno ed è fondamentale provvedere sistemi in grado di proteggere lo strato impermeabile affinché sia garantita la sicurezza e la durabilità dell’edificio.
La serie T-Kone, T-Kone Star e TMD (anche nella versione Plus) sono membrane bugnate specificatamente pensate per le fondazioni e le opere interrate: l’elevata capacità di carico che possono tollerare le rendono adatte ad applicazioni di questo tipo.
Aerazione nei piani interrati
Al fine di mantenere la muratura asciutta e consentire un continuo e importante riciclo d’aria, si possono applicare le membrane bugnate con le bugne rivolte verso l’interno. In questo modo, la loro forma rialzata crea di canali di aerazione tramite i quali il muro può letteralmente “respirare”.
Soluzioni per piani interrati: idee per rinnovare il tuo seminterrato
È stato stimato che il valore dell’immobile aumenti di circa un terzo se si possiede un piano interrato ben progettato. Un locale in più è sempre molto utile e la destinazione d’uso può essere molto soggettiva.
Si può optare per uno studio in cui lavorare in smart working, una spaziosa lavanderia in cui poter stendere i panni, una sala giochi per i bambini, una zona relax, una sala prove per i provetti musicisti di casa, o ancora per uno spazio disimpegnato in cui accogliere gli amici, una cantina in cui conservare le migliori bottiglie con area degustazione, una palestra o una personale sala cinema.
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Esperti nel trovare soluzioni: un caso pratico
Il galoppo dei cavalli, la potenza demolitrice degli zoccoli e una soluzione performante. In poche parole, un nostro intervento a Kyalami, Johannesburg, in Sudafrica (2019). Si tratta di un’arena equestre nella quale doveva essere progettato un nuovo sistema di gestione dell’umidità e di drenaggio, garantendo al contempo la durabilità dell’opera e il benessere dei cavalli e dei loro garretti.
Le arene per corse di cavalli sono fortemente esposte a condizioni meteorologiche variabili in base alle stagioni, nonché alle diverse attività di allenamento e di corse che usurano il terreno e richiedono una costante manutenzione. In passato, per il drenaggio si usavano strati di aggregati di pietra capaci sì di drenare le acque meteoriche (anche se non velocemente), ma dalla limitata tenuta all’impatto continuo degli zoccoli dei cavalli. Per ottenere una maggiore resistenza del terreno, questo veniva pressato con particolare forza, cosa che però influiva negativamente sulla sicurezza dell’animale. Una soluzione alternativa era quella di preservare il più possibile la pista diminuendone l’uso, cioè non utilizzandola per gli allenamenti ma solo per le gare.
La soluzione mutuata dalla pluridecennale esperienza TeMa nella costruzione di campi da calcio sintetici consente invece di realizzare percorsi per gare o maneggi con i geosintetici, prodotti capaci di migliorare la funzionalità, ridurre i tempi di intervento e i costi di manutenzione successiva, anche per ampie dimensioni (nel nostro caso, la superficie da coprire era di 3.000 mq).
Per approfondire, clicca qui.
Innovazione in per ogni soluzioni
Cosa si aspettano i nostri clienti e partner? Di esserci quando serve! Per questo abbiamo messo appunto una rete commerciale capillare presente in 80 Paesi. Ci avvaliamo di professionisti preparati che si confrontano e rispondono alle necessità di mercati molto diversi.
Abbiamo sviluppato tre divisioni in ambiti specializzati: opere residenziali/commerciali, opere a livello ambientale e opere di benessere abitativo d’interni. Perciò la formazione e l’aggiornamento dei collaboratori sono punti costanti del nostro vantaggio competitivo, al pari dei contributi di Università e Istituti di Ricerca nella nostra area R&S. Le innovazioni nascono dall’attenzione e dall’ascolto dei nostri clienti che chiedono innanzitutto soluzioni interessanti e vantaggiose.
Nel 2023 compiremo 30 anni e da quasi 30 anni armonizziamo in un perfetto equilibrio i diversi settori e uffici. In questo cammino non potevamo immaginare quello che è accaduto in questi ultimi 20 mesi, la pandemia ha stravolto gli equilibri strategici delle supply chains. Ecco, in un mondo che sta riaccelerando crediamo che proprio la nostra struttura organizzativa a tre divisioni abbia contribuito a stare realmente a fianco delle specificità dei nostri clienti. Anche l’ingresso di giovani ha alzato le potenzialità per avere uno sguardo fuori dagli schemi e davvero innovativo.
Ci conoscono come TeMa, la “corporation” che risponde alle esigenze dei clienti operando con il preciso intento di non fornire solo il prodotto, ma di trovare tempestivamente sistemi e soluzioni che possano risolvere ogni problematica. Potrebbe sembrare un facile claim pubblicitario, se non fosse che in questa affermazione sono contemplate altre declinazione del “solution maker”, quale intendiamo essere. Infatti, non si tratta solo di trovare risposte a problematiche, ma anche soluzioni meno costose, meno impattanti sull’ambiente, più veloci nell’applicazione, più easy, più sicure, che migliorano la durata… E così via.
Una competitività che per designer, costruttori, applicatori e distributori conta nei loro progetti di ingegneria civile e geotecnica, paesaggistica, controllo dell’erosione, trasporti e contenimento del suolo a basso impatto ambientale. Per loro proponiamo performance all’altezza di ogni situazione e lo facciamo credendo nella tutela dell’ambiente.
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