Per ascensori… Collaudati!
Provate a immaginare la faccia dei presenti quando Elisha Otis, brillante imprenditore americano, presentò nel 1853 il primo ascensore. Fu illuminante. Durante un’esposizione al Crystal Palace di New York venne mostrato il funzionamento della cabina dotata, già allora, di un dispositivo automatico di sicurezza capace di bloccarla in caso di emergenza.
Oggi, invece, si è abituati all’utilizzo dell’ascensore e anzi, molte volte ci si lamenta nel caso in cui non funzioni e si è costretti a prendere la vecchia e ormai passata abitudine delle scale!
Ma cosa si cela dietro alla realizzazione di un ascensore?
Le fosse ascensore sono strutture posizionate a una quota inferiore rispetto al piano di calpestio interno e devono essere in grado di sopportare carichi di tipo sia statico che dinamico. In poche parole devono essere capaci non solo di sostenere il peso della tua spesa del sabato, ma devono anche riuscire a portartela al quinto piano!
Le problematiche a cui si può incorrere durante la realizzazione dell’opera sono molteplici. Primo tra tutti, incontriamo il pericolo delle infiltrazioni con tutte le conseguenze che si trascinano con sé. Senza sottovalutare il fatto che, nel caso di un ascensore oleodinamico, ci può essere la possibilità di trovarsi di fronte a fuoriuscite dell’olio dal sistema, motivo per il quale si consigliano sempre gli ascensori elettrici. TeMa ha sviluppato la famiglia T-Kone, membrane alveolari in HDPE in grado di assolvere alla protezione meccanica, di Damp Proofing e drenaggio. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, il centro ricerca e sviluppo a cui si affida TeMa ha sviluppato dei geocompositi drenanti capaci di filtrare, proteggere e drenare il sistema.
L’impermeabilizzazione degli spazi
Non basta, però, applicare membrane capaci di assolvere la funzione di drenaggio, bisogna procedere con l’impermeabilizzazione degli spazi. Come? Attraverso l’utilizzo di geocompositi bentonici autoaggancianti al calcestruzzo, come possono essere T-Bentostop F e T-Bentostop F XL, composti da un non tessuto e da un tessuto in polipropilene con interposta bentonite sodica naturale.
Ecco gli aspetti essenziali da non sottovalutare mai per un’eccellente e performante realizzazione.
Ricordiamo sempre che un’attenta analisi preventiva dei pericoli, congiuntamente a un’applicazione precisa e responsabile, sono le tecniche migliori per evitare, un domani, problemi e disagi causati da infiltrazioni.
Scopri di più sui sistemi di damp proofing, drenaggio, protezione meccanica e impermeabilizzazione di TeMa Building.
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Una collaborazione vincente
TeMa in tutte e tre le sue divisioni dispone di un ufficio tecnico interno capace di supportare e seguire i clienti nelle diverse fasi che scandiscono la realizzazione di un progetto. Dalla scelta della soluzione da adottare fino alle modalità di posa in opera, tutto è curato nel dettaglio.
Soluzioni efficaci, complete e affidabili
Attraverso analisi approfondite e software d’avanguardia, i tecnici TeMa sono in grado di proporre soluzioni efficaci, complete e affidabili per qualsiasi tipologia di intervento nel campo dei prodotti geosintetici. Le analisi dimensionali, le verifiche strutturali e le specifiche dei prodotti da utilizzare, rappresentano un sostegno non indifferente per il progettista o l’impresa. Ma non solo. Lo stesso vale anche per i più esperti operatori del settore che sentono la necessità di arricchire le proprie conoscenze, maturando esperienza in un campo in continua evoluzione. Il risultato? Essere capaci di suggerire soluzioni versatili e al passo con le tecnologie. Le aziende del gruppo IWIS, tra cui appunto TeMa, hanno realizzato i propri impianti produttivi con tecnologie innovative, investendo in un sistema capace di garantire la tutela del suolo, dell’aria e dell’acqua. Tre sono gli impianti fotovoltaici da 200 kWp, 150 kWp e 100 kWp di cui disponiamo e che ci permettono di utilizzare energia ottenuta da fonti rinnovabili. La holding utilizza, inoltre, per alcuni processi produttivi materiali riciclati, potendosi avvalere di 4 specifici impianti per il riciclaggio delle materie plastiche.
Conformità agli standard di settore
TeMa Geo si affianca, tra l’altro, a un laboratorio di ricerca, nella convinzione che solo il costante impegno nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni sia la chiave del successo e di un miglioramento costante. Una collaborazione vincente tra l’ufficio tecnico e il laboratorio prove e qualità, soprattutto nel settore dei geosintetici, è fondamentale: dona alla propria clientela rimedi all’avanguardia attraverso prodotti studiati e testati e affianca progettisti e imprese nella corretta applicazione delle soluzioni proposte. Test di durata, resistenza a compressione, capacità di drenaggio nelle situazioni più critiche, sono solo alcune delle prove che i laboratori TeMa realizzano quotidianamente per accertarsi che i prodotti siano in linea con i severi standard qualitativi fissati. Il fatto che questi siano naturali e/o riciclati porta con sé la sicurezza che non sono nocivi per l’ambiente, confermando l’impegno di TeMa nei confronti della salvaguardia ambientale.
È esattamente questa continua ricerca dell’eccellenza che ha condotto TeMa a guadagnarsi la certificazione UNI EN ISO 9001:2000 con la quale si riconosce un sistema di qualità ai massimi livelli di performance. Inoltre, in conformità con la direttiva CPD (Construction Product Directive) 89/106/CEE, le linee di prodotto proposte da TeMa hanno seguito l’iter per il conseguimento della marcatura CE.
Per saperne di più, SCOPRI quali sono i prodotti di TeMa Geo Solutions.
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Risanare le pareti con T-Kone Plaster
Il manifestarsi di umidità sui muri è da ricercare in diverse possibili cause. Tra le più comuni incontriamo l’assenza di sistemi di impermeabilizzazione nella parte esterna del muro, quella a contatto con il terreno di fondazione, l’assenza di un’efficiente protezione meccanica che provoca possibili danneggiamenti del sistema di impermeabilizzazione, o ancora, la presenza di aria satura di umidità per inadeguata ventilazione che entra in contatto con una muratura fredda e, quindi, non isolata termicamente.
Tutto ciò può provocare una serie di fenomeni tra i quali la comparsa di aree biancastre sui muri, più frequentemente conosciuta come “efflorescenza” e dovuta al deposito di sali, fino al distaccamento dell’intonaco superficiale.
Non sempre, però, si può intervenire con un risanamento delle pareti dall’esterno. Per risolvere questo problema di ambiente insalubre, attraverso un intervento dall’interno, TeMa Building propone T-Kone Plaster, una membrana bugnata che funge da intercapedine.
Con T-Kone Plaster si agisce dall’interno dell’abitazione creando una camera d’aria di 8 mm, pari a 5,4 litri/m², tra il muro originale e la nuova finitura. Questa, grazie alla sua rete, è rivestibile con un nuovo strato di intonaco, mentre col suo speciale profilo alla base è capace di contrastare l’umidità mediante una microventilazione.
Imputrescibile, atossica, resistente ad agenti atmosferici e funghi. T-Kone Plaster è una soluzione efficace e definitiva per il risanamento delle pareti.
Per conoscere meglio la nostra membrana bugnata T-Kone Plaster, ESPLORA IL SITO.
Una collina dove meno te l’aspetti
Coltivare la propria sensibilità nei confronti del paesaggio e agire nel suo rispetto, sono le basi per un operare responsabile. Consapevoli del fatto che la natura sia un bene da tutelare, diamo forma alle nostre idee attingendo a soluzioni capaci di integrarsi nel contesto entro cui sorgono.
Ne sono un esempio la bonifica e la messa in sicurezza dell’ex discarica di Conegliano nel trevigiano. L’intervento di TeMa Geo Solutions aveva come obiettivo quello di risanare l’area, ponendo fine ai disagi che questa portava con sé. Esattamente lì, dove si elevava un cumulo di rifiuti verso il cielo, oggi si innalza una meravigliosa collina verde. L’idea di trasformare un’area di deposito e stoccaggio in una zona verde ben inserita nel quadro urbano in cui si staglia nasce da un percorso che affonda le sue radici molti anni fa. Tutte le nostre realizzazioni hanno come punto di partenza i Centri di Studio e le Università, luoghi di ricerca dove, grazie a un lavoro in team condotto dai nostri laboratori, si ipotizzano sistemi conformi al paesaggio che li accoglie. Allo stesso modo, i materiali prescelti rispondono alle medesime esigenze. Oltre ad avere una valenza estetica, infatti, si richiede loro di inserirsi delicatamente all’interno del progetto, quasi scomparendo, mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente circostante.
Questa l’unicità del nostro lavoro, questo il nostro tratto distintivo. Con i prodotti TeMa ricreiamo habitat confortevoli, sicuri e in armonia con l’ambiente. Progettare non è sinonimo di costruire, è la capacità di immaginare un’opera architettonica in linea con il panorama che ci troviamo davanti ed essere capaci di concretizzarla. SCOPRI L’APPLICAZIONE
Bonus ristrutturazioni: tutto quello che c’è da sapere
Anche per l’anno in corso si può usufruire di diversi bonus per le ristrutturazioni, ognuno con le proprie caratteristiche in base alla natura degli interventi. Ormai non manca molto alla fine dell’anno ma è ancora possibile usufruire di questi bonus, per alleggerire le spese relative agli interventi di ristrutturazione.
Ma ricapitoliamo quali sono i bonus e tutte le loro caratteristiche.
Bonus ristrutturazioni
La legge di Bilancio 2019 prevede la proroga della detrazione del 50% fino al 31 dicembre 2019. La soglia limite è di 96.000€ per una singola unità immobiliare.
Per quanto riguarda l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (fino ad un massimo di 10.000 €) di classe non inferiore alla A+, si potrà usufruire di una detrazione IRPEF del 50%, se questi sono destinati ad arredare l’immobile ristrutturato.
Dallo scorso novembre è obbligatorio trasmettere i dati dell’intervento all’Enea (entro 90 giorni dalla fine dei lavori) per tutti quegli interventi edilizi e tecnologici che beneficiano del bonus ristrutturazioni ma comportano anche risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti rinnovabili. Questo obbligo vale anche per gli elettrodomestici, di cui si devono inviare i dati di classe energetica e potenza assorbita.
Ecobonus
Per quanto riguarda gli interventi di miglioramento energetico, sono previste due percentuali di detrazioni.
La detrazione del 65% si può usufruire per: installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda; sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore; l’acquisto e l’installazione di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti.
Mentre la detrazione del 50% si riferisce a tutte le spese per: acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi; acquisto e posa in opera di schermature solari; sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a biomassa e caldaie a condensazione in classe A; acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.
Bonus verde
Per le spese sostenute per la sistemazione a verde delle aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni, nonché la realizzazione di impianti di irrigazione e pozzi la percentuale di bonus è del 36% fino ad un massimo di 5.000 € di spesa totale.
Sismabonus
Diversamente dagli altri, il sismabonus ha già una validità confermata fino alla fine del 2021.
Questo bonus permette di detrarre una percentuale variabile in base alla classe di rischio raggiunta dopo aver effettuato degli interventi di messa in sicurezza antisismica per edifici situati in zona sisimica 1, 2 o 3.
Per le singole unità immobiliari la detrazione parte dal 50% fino ad un massimo dell’80% (se si passa a due classi di rischio inferiori rispetto a quella di partenza), su un costo totale di massimo 96000€.
Per quanto riguarda i condomini si parte sempre dal 50% per arrivare ad un massimo dell’85%.
Fonte: Edilportale
I suggerimenti per la corretta posa in opera delle membrane bugnate
Evitare di commettere errori nella progettazione e nella messa in opera di membrane per la protezione e il drenaggio delle fondazioni è essenziale: infatti se con il tempo si presentano danni dovuti ad errori progettuali, non si avrà il diritto di risarcimento da parte delle compagnie assicurative. Inoltre il risanamento dei guasti alle fondazioni potrebbe essere molto costoso e invadente, o, nei casi peggiori, impossibile da effettuare.
LA CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA IMPERMEABILIZZANTE, LA SCELTA DI MATERIALI ADATTI ALLA STRUTTURA E LA LORO CORRETTA INSTALLAZIONE SONO GLI ELEMENTI CHIAVE DELLA BUONA RIUSCITA DELL’OPERA.
Vi proponiamo alcuni nostri suggerimenti per la buona riuscita degli interventi:
1- Per realizzare un ottimo drenaggio utilizzare membrane Tema Building accoppiate a tessuti TNT che svolgendo la funzione di filtro impediscono al terreno di intasare il sistema.
2- Per realizzare la protezione meccanica dell’impermeabilizzazione utilizzare le membrane bugnate, seguendo le apposite indicazioni di installazione. La gamma Tema Building propone membrane con specifiche resistenze meccaniche e diverse dimensioni delle bugne, risultando adeguate alle varie prestazioni richieste.
Importante: le membrane che presentano bugne particolarmente appuntite, avendo dei punti di pressione molto concentrati, se installate con le bugne verso la membrana impermeabilizzante possono facilmente segnarla.
Le bugne delle membrane Tema Building hanno una forma troncoconica e la maggiore superficie a contatto con l’impermeabilizzazione consente un sicuro montaggio sia con le bugne rivolte verso la membrana sia verso il terreno.
Fonte: Edilizia in rete
3- I sistemi meccanici di fissaggio della linea Tema Building sono appositamente studiati per una facile e sicura posa in opera delle membrane, sono in grado di resistere alle sollecitazioni derivanti dal rinterro e dal naturale assestamento e calo del terreno, senza che si verifichino lesioni o strappi alla membrana stessa.
Importante: sono sconsigliate le applicazioni della sola guaina a fiamma che rendono il sistema più vulnerabile durante le operazioni di rinterro e assestamento.
Grazie a queste piccole accortezze in fase di applicazione, si riuscirà ad avere la sicurezza di un risultato eccellente e duraturo nel tempo, proteggendo l’edificio dalle infiltrazioni e dall’umidità!
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Terre e rocce da scavo nel nuovo decreto 2017
Procedure veloci e tempi certi: controlli ambientali entro 60 giorni, materiali riutilizzabili 90 giorni dalla consegna del Piano di utilizzo
Introduzione sulle rocce da scavo per riempimento delle terre rinforzate
Non è infrequente il caso in cui il materiale di riempimento delle terre rinforzate tramite inclusioni flessibili o rigide possa venire da grandi cantieri di scavo (da opere in galleria, ad esempio).
Oggi infatti i terreni rinforzati con inclusioni fanno parte dei materiali compositi, e il loro utilizzo comporta il miglioramento delle caratteristiche del terreno originario e la formazione di sistemi con caratteristiche meccaniche superiori a quelli che si realizzerebbero con il solo terreno.
Le prove e le sperimentazioni condotte hanno consentito di appurare che le terre rinforzate, costituite da rocce da scavo e dal meccanismo flessibile di rinforzo apporta vantaggi statici e strutturali, ambientali, operativi, ed economici, con vaste possibilità d’impiego e possibilità di reintegro.
Terre e rocce da scavo: tempi certi
Entro 60 giorni vengono svolte le attività di analisi da parte delle Agenzie per la protezione ambientale, quali la verifica della sussistenza dei requisiti dichiarati nel piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo generate nei cantieri di grandi dimensioni.
A 90 dalla consegna del Piano di gestione, si può avviare la gestione delle terre e rocce da scavo generate nei cantieri di grandi dimensioni, secondo le indicazioni contenute nel Piano.
Terre e rocce da scavo: procedure semplificate
Avviare la gestione e l’utilizzo delle terre da scavo non richiede più l’attesa di autorizzazioni, ma un massimo di 90 giorni dalla presentazione del piano. Prima invece le Agenzie non erano tenute a rispettare alcun termine per attestare l’ottenimento dei requisiti dalle norme europee e nazionali per qualificare terre e rocce da scavo ‘sottoprodotti’, in quanto non stabilito. Pertanto, decade l’approvazione preventiva.
Terre e rocce da scavo: modifiche e proroghe al piano
Anche nel caso delle modifiche sostanziali al piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo qualificate ‘sottoprodotto’, una volta presentate, decadendo l’approvazione preventiva la procedura si velocizza. Ad esempio, nel caso in cui la modifica riguardi il quantitativo, la nuova norma consente di applicare la classificazione di sottoprodotto alla parte di terre e rocce indicate dal piano, applicando l’obbligo di gestione in quanto rifiuti solo per le quantità eccedenti. Tali rocce da scavo qualificate rifiuti, subiscono ora una disciplina specifica per quanto riguarda il loro deposito temporaneo e le quantità massime ammesse, maggiori rispetto a quelle del Dlgs 152/2006.
I residui della lavorazione dei materiali lapidei sono ora esclusi dalle terre e rocce da scavo., permettendo la qualifica di tali residui come ‘sottoprodotto’.
Il regolamento si concentra sul particolare dei siti di bonifica, dove vengono stabilite specifiche procedure per gli scavi nonchè le condizioni di utilizzo stesso delle terre e rocce scavate sulla base delle loro condizioni.
La novità rispetto alla precedente norma abrogata è che la proroga al termine del piano può essere di due anni, e deve avvenire attraverso comunicazione al Comune e all’Agenzia di protezione ambientale competente.
Norme abrogate dal nuovo decreto sulle terre e rocce da scavo
Il DM 161/2012, contenente il Regolamento utilizzato fino al nuovo decreto sulla disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo, diverse norme che compongono i seguenti decreti: l’art. 41 nel Dl 69/2013, l’art. 184 bis e 266 comma 7 nel Dlgs 152/2006.
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TeMa partecipa alla Fiera Internazionale di Colonia per aree sportive e piscine, 7-10 novembre 2017
Appena tornati dalla Russia ci prepariamo per l’appuntamento del mese prossimo.
Dal 7 al 10 Novembre ci troverete col nostro desk informativo nella sezione ‘Playground planning and equipment – Shock absorbing materials’ della Fiera Internazionale di Colonia per aree sportive e piscine.
Nel dettaglio, ci troviamo alla Hall 10.2, Stand B051.
Ulteriori informazioni qui!
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TeMa al Road Expo di Mosca, Crocus Expo 10-13 Ottobre 2017
Il ROAD EXPO è una delle più importanti fiere per il settore stradale che si tengono in Russia. TeMa, è presente all’evento e presenta la sua gamma di prodotti dedicati alle applicazioni in ambito stradale.
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Fascicolo del Fabbricato: cos’è, a cosa serve. Focus: Il terremoto di Ischia
Ci sono stati diversi disegni di legge che hanno cercato di portare a compimento questo strumento di legge, che però non ha mai completato l’iter di approvazione parlamentare.
Cos’è il fascicolo del Fabbricato
Il fascicolo del fabbricato è un istituto giuridico, consiste in un dossier, tenuto dal proprietario di ogni immobile o dall’amministratore del condominio, sullo stato di salute dello stabile. Sul fascicolo sono annotate le informazioni concernenti, l’edificio:
• di tipo identificativo
• progettuale
• strutturale
• impiantistico
• ambientale
L’obiettivo è di arrivare a un idoneo quadro conoscitivo che comprenda le fasi di costruzione dello stesso, e la registrazione delle modifiche apportate rispetto alla configurazione originaria, con riferimento alle componenti statiche, funzionali e impiantistiche. Il fascicolo, date le sue finalità, prevede un aggiornamento con cadenza non superiore a dieci anni.
A cosa serve
Il fascicolo del fabbricato è uno strumento per il monitoraggio e la prevenzione dello stato di conservazione del patrimonio edilizio finalizzato a individuare le situazioni di rischio degli edifici e a programmare nel tempo interventi di ristrutturazione e manutenzione per migliorare la qualità dei fabbricati. L’intenzione è di dare anche una possibilità in più, in sede di compravendita, ai futuri proprietari di un immobile di poter valutare l’affettivo stato dell’immobile. In modo che gli stessi possono preferire stabili con uno stato conservativo migliore. Questo potrebbe far innescare un circolo virtuoso, che impegni tutti nel tenere gli immobili il più possibile corrispondenti a delle strutture solide e sicure.
Il Terremoto di Ischia
Dovrebbe far riflettere che si possa morire per un sisma di magnitudo quattro, come accaduto di recente nell’isola di Ischia, territorio notoriamente vulnerabile non solo per il rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico. Ciò che è accaduto era quindi prevedibile, visto che a crollare sono state quelle abitazioni che peccavano in elementari regole costruttive.
Attestare lo stato di sicurezza degli edifici con il fascicolo del fabbricato potrebbe rappresentare una valida misura di salvaguardia e di prevenzione civile.